Gli Scolopi a Campi         

 

          Il Calasanzio di Campi Salentina è una Istituzione che vanta ormai quattro secoli di storia tutti incentrati sull'educazione dei giovani e la diffusione dei valori cristiani.  

          A Campi Salentina, la vivace cittadina a pochi chilometri da Lecce, questa istituzione fu voluta dal Calasanzio stesso, e nella sua secolare presenza è stata punto di riferimento delle cittadine e dei paesi del Salento, come accade ancora

          La struttura che ospita l'Istituto è parte di un articolato complesso architettonico, conservato quasi intatto nell'impianto originario, che accoglie e custodisce i segni e le memorie di un encomiabile e ininterrotto fervore culturale e religioso. 

 

 

       La Chiesa barocca testimonia l'integrazione del binomio fede-cultura (pietà e lettere) tipico del carattere calasanziano suffragato qui a Campi dall'opera e dalla santità dello scolopio S. Pompilio Maria Pirrotti (1710-1766), canonizzato nel 1934; il suo sepolcro è punto di riferimento della devozione dei fedeli e alla chiesa è stato riconosciuto il titolo di Santuario Diocesano.

     L'Archivio, la Biblioteca (di oltre 19.000 volumi) eil Museo Pompiliano  costituiscono un patrimonio culturale notevole e stimolante per l'informazione, la ricerca e la documentazione storica, letteraria e scientifica. 

    E' a disposizione dell' intera comunità di Campi Salentina (e non solo) la prestigiosa Biblioteca Calasanziana, nata nel 1633. La biblioteca è dotata di una sala di consultazione, di una emeroteca e di un deposito librario. E' dotata inoltre di materiale informatico e di due postazioni multimediali con accesso ad internet.  

     L'attuale patrimonio librario è stimabile in circa ventimila volumi; il fondo antico della biblioteca, è costituito da tredicimila esemplari, tra i quali alcuni incunaboli, alcune cinquecentine ed alcune edizioni del '600 e del '700. Un buon numero di queste edizioni, soprattutto di cinquecentine e di secentine, risalgono al primo nucleo della biblioteca del 1633. Da non sottovalutare, inoltre, un fondo di manoscritti pergamenacei, alcuni dei quali solo frammentari, risalenti al XII - XIII sec.

 

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